La Santa Chiesa, dopo aver condotto i fedeli a contemplare nelle prime quattro settimane della Quaresima il digiuno di Gesù nel deserto, consacra le altre due settimane che ci separano dalla festa di Pasqua alla commemorazione dei dolori di Cristo. Questo ultimo periodo prende perciò il nome di “Tempo di Passione“.
Mano a mano che la Pasqua si avvicina, cresce l’odio dei nemici del Messia, fino a culminare il Venerdì Santo con l’uccisione straziante di Cristo sul Calvario.
Nell’attesa di quest’ora, la Chiesa manifesta fin da adesso i suoi dolorosi presentimenti velando in anticipo l’immagine del Crocefisso.
Inoltre vengono coperte le immagini dei Santi, perché è giusto che anche il servo si nasconda, quando si eclissa la gloria del suo Signore. Secondo gli interpreti della liturgia, questa antica usanza nel Tempo di Passione, significa l’umiliazione del Redentore che fu costretto a nascondersi per non essere lapidato dai Giudei (Gv. VIII; 46-59).
Il velo ben si presta a raffigurare la durezza di cuore e l’incredulità dei Giudei che hanno chiuso gli occhi e gli orecchi per non accogliere il Salvatore. Durezza di cuore ed incredulità, dalle quali anche noi dobbiamo convertirci per giungere alla Pasqua rinnovati nello spirito.